27.06.2017 - Articolo, Veronica Peressotti
Pur non esistendo ancora una definizione esauriente del fenomeno, con il termine Industry 4.0 si intende l’applicazione al mondo manifatturiero di un insieme di tecnologie e oggetti intelligenti che, grazie al web, permetteranno l’interazione tra il mondo reale e quello virtuale e analizzeranno i dati raccolti per prevedere problematiche, autoconfigurarsi e adattarsi a eventuali cambiamenti.
In uno scenario che vede al centro nuove tecnologie, robot e macchine intelligenti ci si chiede quale ruolo avranno le persone. Una delle critiche principali che viene mossa alla quarta rivoluzione industriale, infatti, è che l’uomo scomparirà perché sostituito dalle macchine e dalle nuove tecnologie. Molte ricerche sull’evoluzione del mondo del lavoro nei prossimi 10 anni, non ultima quella presentata al World Economic Forum 2016, dimostrano che le cose non stanno proprio così. Se è vero che con una maggiore automazione si farà meno ricorso a manodopera non specializzata, allo stesso tempo sarà necessario dotarsi di personale con competenze di alto livello per monitorare e gestire i processi della fabbrica del futuro.
Gli esperti inoltre affermano che l’Industry 4.0 rappresenta un vero e proprio nuovo modello organizzativo ed economico per il mondo industriale. La vera sfida non è tecnologica ma organizzativa: si tratta di cambiare la mentalità attuale, il modo di lavorare e di pensare i processi, le relazioni tra uomo e macchina e tra i diversi attori coinvolti.
L’EFFRA (European Factories of the Future Research Association), nella sua road-map di ricerca strategica 2014-2020 sostiene infatti che “‘Human-centricity’ will be needed in factories of the future in order to increase flexibility, agility, and competitiveness.” (FACTORIES OF THE FUTURE Multi annual roadmap for the contractual PPP under Horizon 2020, European Union, 2013).
Quello che cambierà sarà il modo in cui le persone interagiscono all’interno della fabbrica e dell’intera supply chain. Lo scenario ottimale sarà quello della collaborazione e dell’interazione tra persone (interne ed esterne all’azienda) e macchine intelligenti in grado di rendere più rapido e flessibile il processo produttivo. In questo senso, soprattutto in un contesto manifatturiero come quello italiano, le tecnologie e le soluzioni abilitanti ai nuovi paradigmi dell’Industry 4.0 non dovranno andare nella direzione di ridurre il contributo umano ai processi produttivi, bensì dovranno agevolarlo e sostenerlo secondo nuovi schemi e modalità di lavoro collaborative e interattive.
I lavoratori del futuro, definiti dall’EFFRA “knowledge-workers”, utilizzeranno interfacce grafiche multi-modali, work-flow intuitivi e basati sull’esperienza utente al fine di pianificare, programmare, gestire e manutenere i sistemi manifatturieri. Grazie a applicazioni e strumenti mobili sarà possibile controllare e gestire da remoto tutti i processi delle operations. Nuovi sistemi di sicurezza permetteranno la collaborazione tra lavoratori e robot in modo tale da aumentare la competitività e da compensare eventuali limiti legati all’età o all’inesperienza.
Nella fabbrica del futuro, infatti, la tecnologia e l’ICT, permetterà non solo di migliorare le competenze delle nuove generazioni di lavoratori ma anche potrà fornire un supporto ai lavoratori più anziani, meno esperti, diversamente abili o di culture diverse. Sempre secondo l’EFFRA, un aspetto importante per la creazione di posti di lavoro “human-centred” sarà investire nel miglioramento delle competenze cognitive dei lavoratori, partendo dall’analisi di tre elementi principali della fabbrica del futuro: come le persone lavorano e imparano, come interagiscono con la tecnologia e come contribuiscono a creare valore per la produzione.
Al cuore dell'industria del futuro c’è l’informazione generata all’interno della fabbrica che dovrà essere gestita e trasformata da semplice dato a conoscenza utile per migliorare i processi e la catena del valore.
Per rispondere alle esigenze e ai nuovi modelli della 4a rivoluzione industriale, in particolare nel contesto produttivo italiano, Tecnest ha ideato FLEX for Industry 4.0, il nuovo paradigma di soluzioni integrate per la gestione della fabbrica 4.0 con nuove applicazioni web, collaborative e smart per ottimizzare i processi di produzione e mettere in comunicazione sistemi, macchine e persone.
FLEX for Industry 4.0 rappresenta l’evoluzione delle soluzioni di Tecnest per la gestione dei processi produttivi che nasce dal connubio tra nuove tecnologie e applicazioni compliant con i paradigmi dell’Industry 4.0 e il patrimonio di competenze ed esperienze di Tecnest, specializzata da 30 anni in soluzioni informatiche e organizzative per il mondo manifatturiero.
La nuova soluzione si basa sulla sinergia tra due concetti che possono a prima vista sembrare antitetici ma che in realtà sono tra loro complementari e di fatto rappresentano, secondo Tecnest, la via verso l’Industria 4.0 più adatta per il contesto delle imprese manifatturiere italiane.
Il primo è il concetto di Sistema Cyberfisico, un insieme di oggetti presenti fisicamente all’interno dello stabilimento produttivo (es. macchinari, utensili, prodotti, ecc..) che possono essere interconnessi con altri componenti del processo di produzione. Questa interconnessione, che viene spesso descritta anche Industrial Internet of Things, avviene grazie alla creazione a livello informatico di una copia virtuale dell’oggetto fisico che ne registra caratteristiche, capacità e stati.
In questo modo, sulla base delle informazioni raccolte, il singolo oggetto è in grado di prendere decisioni in maniera autonoma e di comunicarle direttamente ai componenti fisici vicini. In questo modo l’analisi dei dati e il decision making vengono decentralizzati, rendendo possibile delle risposte in real-time.
Il secondo concetto è quello dello Human-Centered Manufacturing. Secondo alcuni studi, il nuovo paradigma dell’Industry 4.0 porterà a un passaggio da un modello di organizzazione basata sui compiti (task-centric) ad una basata sulle persone (human-centered). In un sistema di produzione human-centered le fasi di pianificazione e realizzazione di un compito finiscono per coincidere in quanto la persona ha pieno controllo del processo e della tecnologia. Viene inoltre promosso lo sviluppo e l’utilizzo delle competenze personali e la creazione di un ambiente di lavoro positivo, collaborativo e socialmente interattivo. Poiché, secondo questo modello, il fattore umano assumerà un ruolo chiave nell’ottimizzazione delle performance produttive, è di fondamentale importanza dotarsi di strumenti di lavoro e tecnologie che facilitino la collaborazione e l’interazione tra le persone, mettendo al centro la dimensione umana.
Veronica Peressotti - Tecnest
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